27/12/05

Fanculo Dickens e compagnia bella.

(Il mio personale racconto di Natale.)


Del natale 2005 non rimase traccia nei libri di storia. Non uno tzunami, non un kamikaze, tutto sommato qualcuno lo defì un buon natale. Forse per questo passò inosservato agli occhi degli storici.

Del natale 2005 non rimase traccia nei libri di economia. La solita inchiesta dello studio Stella. Le solite interviste sulle preferenze degli italiani: chi il salmone e chi il caviale, chi l'albero e chi il presepe, e quanto tutto ciò costerà quest'anno alle tasche delle famiglie bla bla bla.

Insomma del natale 2005 non gliene fregava un tubo a nessuno.
Quindi, non avendo nulla di cui parlare, mia madre ha pensato di rendere indimenticabile questo natale con le seguenti affermazioni (rivolte, immagino, a interlocutori random tra quelli a tavola):

1. "Cara, come sei elegante, diventi ogni giorno più bella, non come mia figlia."
2. "Tesoro, pensaci bene, che poi ti ritrovi con una laurea inutile come la sua (io, chi altri?)."
3. "Gioia, quando ci presenti un bel fidanzatino? Ormai sei grande, non vorrai fare la fine dell'Alle?"
4. "Mia figlia, se ti avvicini troppo, morde."
5. "Tua figlia è deliziosa, speriamo che si mantenga così. Non come la mia..."
6. "Cara l'importante è che il lavoro che farai ti dia delle soddisfazioni, non come quello dell'Alle che non si capisce che cosa faccia."

Ok, ora io mi siedo, incrocio le gambe e aspetto.
Inpugno il mio kalashnikov e aspetto.
Pazientemente. Che mica ho fretta.
Ma prima o poi passa qualcuno a dirmi: non lo senti lo spirito natalizio?
E potrete leggere la risposta unendo i punti dallo 0 al 30 sulla sua fronte.

14/12/05

SYNFLEX FORTE 550

"Le peggiori tragedie della vita sono due", diceva George Bernard Shaw. "Una è perdere la cosa che più si desidera, l'altra è conquistarla". In altre parole, una volta soddisfatti i desideri più profondi perdiamo la nostra principale ragione di vita. Il fatto stesso di provare quei desideri è così appagante che quando si realizzano ne restiamo devastati. Ma io ti dico, caro Pesci, che nel 2006 hai buone probabilità di confutare questa teoria. Penso che otterrai esattamente quello che vuoi, e la cosa ti riempirà di gioia. La chiave di questo possibile successo ti verrà offerta la prossima settimana.

Sai che c'è? C'è che io ci credo. Saranno gli antibiotici o gli antidolorifici o diosolosa cos'altro. Ma dall'alto della dignità di una faccia deformata da un ascesso e di una testa ovattata, bhe, io ci credo.

Mi sento drogata. Gli antibiotici sono legali e la maria no... bizzarra la vita.

E poi vorrei compagnia, ma anche no, che mi vergogno di farmi vedere così.
E non ci si crede che sia io a dirlo, che esco in pigiama.

Poi per dirla tutta non è che il dente mi faccia proprio male.
Anzi, ma sento una bolla dentro la guancia.
Più che dolorosa è fastidiosamente resistente.
Che fin da bambina io ero quella che le bolle di sapone le inseguiva per farle scoppiare.
Già lo so, costruttiva e propositiva fin dall'inizio.
Questa notte ho anche sognato di incidermi la guancia.

Che poi i sogni che si fanno sotto antibiotici sono qualcosa di allucinato come solo un sogno può essere, ma di più, che l'antibiotico un po' anestetizza il cervello, quindi non è che pure lui (il cervello) ci pensi 2 volte a lasciar scappare i pensieri.
I sogni sotto antibiotici sono pure peggio dei post sotto antibiotici.

E poi non controllo bene le palpebre.
Ogni 20 minuti mi accorgo che sono basse.

E per fortuna che non fumo più da giugno, che oggi centrare un posacenere sarebbe assolutamente fuori dalle mie possibilità.