Così siamo partite.
Il destino avrebbe voluto la Toscana, quindi noi siamo andate in direzione Marche.
La zoccola, così battezzata perchè nella versione della Piki parla proprio da zoccola, tipo "Amore, tra 500 m volta a sinistra. Tesoro ancora dritto per 5 km. Cucciolo finalmente siamo arrivati!", la zoccola dicevo, funziona a singhiozzi. Per l'esattezza ci indica le strade che conosciamo e si blocca quando ci perdiamo. Utilissima.
Poi "Alvaro, pizzeria hotel e porchetta", Focus che ci insegna a cuccare, la Piki si sposa a patto che lei faccia il marito, le olive all'ascolana, Mirko il cameriere svenevole, Numana e la spiaggia "Happy family", Luca, Monia e la piccola Sofia, il caldo ed il mare.
Da rifare, al più presto.
28/07/06
22/07/06
Fatemi gli auguri
La Piki sta bestemmiando.
"Che c'è?"
"La zoccola non funziona"
La zoccola è il Tom Tom.
Cominciamo bene.
A presto, spero...
"Che c'è?"
"La zoccola non funziona"
La zoccola è il Tom Tom.
Cominciamo bene.
A presto, spero...
18/07/06
Teoria e tecnica del cuore infranto.
Ho scritto un lungo post sul recupero degli amici col cuore infranto.
L'ho salvato, ma non pubblicato.
L'ho scritto pensando a quelli che corrono a piangere tra le braccia della zia Alle quando vengono lasciati.
Poi l'ho ripreso ed è diventato un mini-manuale di autosostegno, ma non per cuori infranti. Per gli amici dei cuori infranti.
Poi ho cambiato qualche frase, ho aggiunto qualche riferimento..
Ed ora a rileggerlo, mi fa tristezza. Perchè sembra scritto per quelli che poi, inevitabilmente, spariscono di nuovo.
Quelli che negli anni sono tornati, sapevano che io non abbandono nessuno.
Lo sapevano ed infatti è così.
Non sono mai stata dolce, ma sono buona, quasi cretina.
Ma cosa volete che vi dica? Io sono fiera di me. Di essere quella che quando hai bisogno non dice mai di no.
A dispetto di tutti quelli che non se lo meritano.
Di quelli che se ne approfittano.
Di quelli che poi quando ho bisogno io, loro sono troppo felici per esserci.
Io non sono come voi. Per questo non potete capire.
L'ho salvato, ma non pubblicato.
L'ho scritto pensando a quelli che corrono a piangere tra le braccia della zia Alle quando vengono lasciati.
Poi l'ho ripreso ed è diventato un mini-manuale di autosostegno, ma non per cuori infranti. Per gli amici dei cuori infranti.
Poi ho cambiato qualche frase, ho aggiunto qualche riferimento..
Ed ora a rileggerlo, mi fa tristezza. Perchè sembra scritto per quelli che poi, inevitabilmente, spariscono di nuovo.
Quelli che negli anni sono tornati, sapevano che io non abbandono nessuno.
Lo sapevano ed infatti è così.
Non sono mai stata dolce, ma sono buona, quasi cretina.
Ma cosa volete che vi dica? Io sono fiera di me. Di essere quella che quando hai bisogno non dice mai di no.
A dispetto di tutti quelli che non se lo meritano.
Di quelli che se ne approfittano.
Di quelli che poi quando ho bisogno io, loro sono troppo felici per esserci.
Io non sono come voi. Per questo non potete capire.
15/07/06
Prima di partire per un lungo viaggio...
Domani mattina vado al mercato a Rimini.
Sandali rossi. Ecco cosa voglio. E un nuovo copriletto. E anche una longette. E una maglietta...
Ah, anche una collana. E una borsa rossa, che se metti i sandali rossi ci vuole la borsa in tinta, no?
Ciclo e stipendio non dovrebbero mai arrivare insieme. MAI.
UPDATE
-----------
Partire di sabato mattina di luglio da Bologna per arrivare a Rimini è un'avventura tragicomica.
Sono arrivata in megaritardo, ma in un'ora di mercato ho comprato 3 paia di scarpe.
1. Zoccoletto da zoccoletta, rosso
2. Sandalo bassissimo da schiava, nero
3. Sandalo color bronzo, tacco a spillo, molto sexy. Very Carrie style.
Ora devo solo trovare un feticista del piede.
Sandali rossi. Ecco cosa voglio. E un nuovo copriletto. E anche una longette. E una maglietta...
Ah, anche una collana. E una borsa rossa, che se metti i sandali rossi ci vuole la borsa in tinta, no?
Ciclo e stipendio non dovrebbero mai arrivare insieme. MAI.
UPDATE
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Partire di sabato mattina di luglio da Bologna per arrivare a Rimini è un'avventura tragicomica.
Sono arrivata in megaritardo, ma in un'ora di mercato ho comprato 3 paia di scarpe.
1. Zoccoletto da zoccoletta, rosso
2. Sandalo bassissimo da schiava, nero
3. Sandalo color bronzo, tacco a spillo, molto sexy. Very Carrie style.
Ora devo solo trovare un feticista del piede.
13/07/06
Sì, viaggiare.
La Piki ha fatto controllare la macchina.
Ha detto al meccanico: c'è una cosa che nelle macchine non si rompe, ma mai, proprio mai? Ecco controlli quella per prima per favore.
Che con noi la sfiga fa esercizi di scrittura creativa.
Ma noi, con sprezzo del pericolo, partiamo lo stesso.
Partiamo per uno di quei viaggi che si può fare solo con la Piki. Solo. Nessun altro.
Perchè non sappiamo nemmeno dove andiamo. Niente.
Viene a prendermi e partiamo. Basta.
Una cartina e una benda.
Un dito a caso sulla cartina e poi.. poi andiamo da qualche altra parte.
Che noi del caso non ci fidiamo, quindi la destinazione casuale la scartiamo.
Il bagaglio consentito comprende: magliettine, pantaloncini, gonnelline, costumini.
Tutto ino. Leggerezza, ricordate?
Poi tutta la declinazione del faccio quello che voglio.
Se abbiamo sonno dormiamo, se abbiamo fame mangiamo. Qualunque ora sia. Ovunque siamo.
E se piove... Andiamo via. In un'altra città in cui non piova.
Ne ho bisogno. Ne abbiamo bisogno.
Ha detto al meccanico: c'è una cosa che nelle macchine non si rompe, ma mai, proprio mai? Ecco controlli quella per prima per favore.
Che con noi la sfiga fa esercizi di scrittura creativa.
Ma noi, con sprezzo del pericolo, partiamo lo stesso.
Partiamo per uno di quei viaggi che si può fare solo con la Piki. Solo. Nessun altro.
Perchè non sappiamo nemmeno dove andiamo. Niente.
Viene a prendermi e partiamo. Basta.
Una cartina e una benda.
Un dito a caso sulla cartina e poi.. poi andiamo da qualche altra parte.
Che noi del caso non ci fidiamo, quindi la destinazione casuale la scartiamo.
Il bagaglio consentito comprende: magliettine, pantaloncini, gonnelline, costumini.
Tutto ino. Leggerezza, ricordate?
Poi tutta la declinazione del faccio quello che voglio.
Se abbiamo sonno dormiamo, se abbiamo fame mangiamo. Qualunque ora sia. Ovunque siamo.
E se piove... Andiamo via. In un'altra città in cui non piova.
Ne ho bisogno. Ne abbiamo bisogno.
11/07/06
Schizofrenia Ciclotimia
Eh. Sono felice. Ma anche no. Insieme.
Sono contenta per mille cose. E disperata, preoccupata, stressata per mille altre.
Ieri mi sono addormentata felice perchè fuori una cicala mi cullava. Il mio ultimo pensiero è stato: ho una cicala che canta solo per me, cos'altro mi serve. Poi un sonno profondo.
Questa mattina mi sono svegliata con l'ansia. Tutto mi sembrava difficile, mi sono pure rovesciata il caffè addosso, porca eva. E non volevo andare a lavorare. E avevo ragione. Perchè è stata una giornata infernale, per tutti. E quando ad un certo punto un intervento divino ha fatto tirare un generale sospiro di sollievo, una collega mi ha detto: che hai Alle, così ce la possiamo fare, non sei contenta? No, non ci credo più. Domani ci sarà un altro problema. Non ce la faremo, vedrai.
Vedrai.
Poi sono tornata a casa, e la mia cugina preferita, o meglio una delle due, mi chiama per dirmi, che vaffanculo, lei ha preso 100/100 alla maturità. Che si è fatta un culo come porta capuana, ma ha preso 100. E al Grazie, Alle, davvero, grazie di tutto, avrei voluto piangere, ma piangere di gusto, di commozione, di orgoglio. Che saperla felice è un'emozione che non potete sapere. Che se oggi so quanto poco valga quel voto, diomio, ve lo ricordate quanto valeva allora? Oggi lei è felice.
A anche io. Per lei. E per la mia coppia preferita in assoluto che sta per fare una creaturina tutta ricci e occhioni scuri. Per la risoluzione della parte dell'incidente che mi preoccupava di più. E per il mercato di Rimini sabato prossimo. Per l'Italia campione del mondo. Per tutto insomma.
Sono felice. Per un attimo lo sento, distintamente. Sono felice.
Poi basta. Poi diventa tutto nero.
Un bip del telefono mi dice che qualcuno mi sta cercando. Ma non mi alzo, non voglio sapere chi è. So già che sarà un problema. E non ce la faccio oggi, non reggerei altre brutte notizie. Lo so, un attimo fa ero felice. Ma era un'altra vita. Ora sono infelice. Perchè devo farmi un culo come porta capuana, ma i tempi della scuola sono finiti, e nessuno me li ridarà. Perchè vorrei solo essere abbracciata forte. Perchè le persone si aspettano che io vado loro incontro, ma io ho bisogno che loro vengano verso di me. Perchè mi mancano i miei amici. E loro nemmeno lo sanno.
...
E ora sono qui. Sdraiata a letto. Che penso che non si può mantenere un equilibrio, anche precario, in questo modo, che non posso oscillare tra l'estasi e la disperazione di continuo, così velocemente che mi gira la testa.
Ora per esempio, non sto nè bene, nè male. Nè felice nè disperata. Nulla. Solo esausta.
Ma fuori le cicale cominciano a cantare. Di nuovo. Solo per me.
Sono contenta per mille cose. E disperata, preoccupata, stressata per mille altre.
Ieri mi sono addormentata felice perchè fuori una cicala mi cullava. Il mio ultimo pensiero è stato: ho una cicala che canta solo per me, cos'altro mi serve. Poi un sonno profondo.
Questa mattina mi sono svegliata con l'ansia. Tutto mi sembrava difficile, mi sono pure rovesciata il caffè addosso, porca eva. E non volevo andare a lavorare. E avevo ragione. Perchè è stata una giornata infernale, per tutti. E quando ad un certo punto un intervento divino ha fatto tirare un generale sospiro di sollievo, una collega mi ha detto: che hai Alle, così ce la possiamo fare, non sei contenta? No, non ci credo più. Domani ci sarà un altro problema. Non ce la faremo, vedrai.
Vedrai.
Poi sono tornata a casa, e la mia cugina preferita, o meglio una delle due, mi chiama per dirmi, che vaffanculo, lei ha preso 100/100 alla maturità. Che si è fatta un culo come porta capuana, ma ha preso 100. E al Grazie, Alle, davvero, grazie di tutto, avrei voluto piangere, ma piangere di gusto, di commozione, di orgoglio. Che saperla felice è un'emozione che non potete sapere. Che se oggi so quanto poco valga quel voto, diomio, ve lo ricordate quanto valeva allora? Oggi lei è felice.
A anche io. Per lei. E per la mia coppia preferita in assoluto che sta per fare una creaturina tutta ricci e occhioni scuri. Per la risoluzione della parte dell'incidente che mi preoccupava di più. E per il mercato di Rimini sabato prossimo. Per l'Italia campione del mondo. Per tutto insomma.
Sono felice. Per un attimo lo sento, distintamente. Sono felice.
Poi basta. Poi diventa tutto nero.
Un bip del telefono mi dice che qualcuno mi sta cercando. Ma non mi alzo, non voglio sapere chi è. So già che sarà un problema. E non ce la faccio oggi, non reggerei altre brutte notizie. Lo so, un attimo fa ero felice. Ma era un'altra vita. Ora sono infelice. Perchè devo farmi un culo come porta capuana, ma i tempi della scuola sono finiti, e nessuno me li ridarà. Perchè vorrei solo essere abbracciata forte. Perchè le persone si aspettano che io vado loro incontro, ma io ho bisogno che loro vengano verso di me. Perchè mi mancano i miei amici. E loro nemmeno lo sanno.
...
E ora sono qui. Sdraiata a letto. Che penso che non si può mantenere un equilibrio, anche precario, in questo modo, che non posso oscillare tra l'estasi e la disperazione di continuo, così velocemente che mi gira la testa.
Ora per esempio, non sto nè bene, nè male. Nè felice nè disperata. Nulla. Solo esausta.
Ma fuori le cicale cominciano a cantare. Di nuovo. Solo per me.
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