06/04/06

Ancora una volta. E poi basta.

Sapere che si sposa ha dato il via ad una catena di autoflagellazioni che non teme confronti, nemmeno coi più cruenti rituali ascetici in pieno medioevo.

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Alle: "Ciao..."
Inge: "Sei tu davvero? O sto solo sognando?"
A. "Sogni spesso che ti chiami?"
I. "Ogni volta che squilla il telefono."

Non è vero. Ma che importanza ha? Quando sono giù io chiamo il mio ingegnerino e lui, non so come, mi rimette in sesto. Meglio del Prozac.
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Percorsi in macchina da rallentare per non arrivare troppo presto. E autogrill da esplorare. Giochi da inventare e racconti da scrivere. Liti furiose e abbracci umidi di lacrime. Carrelli della spesa pieni e tasche vuote. Sit-com da registrare. Escursioni in libreria, visite guidate in sala giochi. Colazioni all'alba e cene a mezzanotte. Rabbia e tenerezza. Insicurezza. E in pieno inverno bere cioccolata calda sotto il piumone.

Posso offrirti solo questo.
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mi manchi, sai. e non ero preparato. io che ho sempre tutto sotto
controllo. spiazzato da una cosa così dolce come sentire la tua
mancanza. torna presto, ok?
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Per dire. Che magari è ora che smetta di scrivere di te.

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