Venerdì sera sto per uscire di corsa con ancora le scarpe slacciate per evitare l'incremento del ritardo. Ovviamente mia madre mi ferma sulla porta. Non so perchè ma la porta aperta è una roba per mia madre... direi stimolante. Lei vede la porta aperta e le viene una voglia compulsiva di dire qualcosa, il più delle volte qualcosa di assolutamente inutile.
"Alle! Stai uscendo?"
Ovviamente prima di arrivare alla porta sono passata a salutare... ma chissà, magari pensava che la salutassi così, perchè erano, chessò, 20 minuti che non la vedevo...
"Sì, perchè?"
E qui devo ammettere le mie colpe. Perchè non imparo mai. Lo so bene che mi pento tutte le volte che chiedo a mia madre Perchè?. Lo so da 28 anni. Ma la speranza di una risposta dotata di senso mi spinge tutte le volte a ripetere l'errore.
"Volevo sapere... ti serve la macchina domani mattina?"
"Non credo. Credo che dormirò fino a tardi."
Questa volta non ci casco. Non te lo chiedo il perchè. Non ti chiedo come mai ti serve la mia macchina se hai la tua. NO! Ma tanto me lo dirai lo stesso, vero? Vero.
"Sai ho prenotato il lavaggio per la tua macchina. Domani mattina alle 9."
"Prenotato?"
"Sì, sai M. (titolare del distibutore nonchè autolavaggio del mio paese, ndr) il sabato lavora solo al mattino, e così c'è sempre la fila. Allora lava le macchine su prenotazione."
M. lava le macchine su prenotazione. Come i ristoranti, i parrucchieri, gli alberghi. Su prenotazione. E vabbè.
"E TU hai prenotato il lavaggio della MIA macchina per le NOVE? SABATO MATTINA ALLE NOVE? Ci vado in pigiama!"
"Sì, ma tranquilla ce la porto io."
"Mmmmmm, ok, io sono il ritardissimo, vado, ciao."
Ovviamente alle 5 del mattino ero ancora in garage a svuotare il baule, a controllare di non aver lasciato prove di peccati adolescenziali sparsi per i sedili, che non ci fossero cose compromettenti in giro, etc. Perchè mica è un caso che io da M. la macchina non la porti nemmeno a cambiare l'olio. Chi vive in un paesino di 4 mila anime come il mio avrà già capito di cosa parlo. Ma poi, porcavacca, come le sarà presa di dover far lavare la mia macchina? Gentile, per carità, ma quando mai si è preoccupata di queste cose? Ok, non importa, a caval donato... vado a letto.
Mi sveglio a mezzogiorno. Della macchina nessuna traccia. Di mia madre nemmeno. Mio padre volatilizzato.
All'una torna mia madre.
"Dov'è la mia macchina?"
"Non lo so. Io ero a fare la spesa! Guarda che carina questa maglietta..."
"Sì bella, ma non l'hai portata a lavare questa mattina?"
"C'è anche in nero e in verde!"
"MAMMA!"
"Ah, la macchina, hem... andava a riprenderla tuo padre"
Mio padre??? Quello che quando avevo 3 anni mi ha portato al parco ed è tornato solo? Quello che mi ha detto di aver fatto controllare l'olio quando io ho fuso il motore? Quello che quando sono nata ha giurato sulla figlia in culla che avrebbe smesso di fumare, e non ha ancora smesso (e questo spiega un sacco di cose..)?
Lo sappiamo tutti ormai: mio padre è un uomo inaffidabile. Non cattivo, ma inaffidabile. Lo so io, lo sa mio fratello, lo sanno gli amici ed i parenti, tutti, tranne mia madre. Mia madre ancora si ostina a credergli. Persino M. lo sa che mio padre è inaffidabile. Tant'è che mia madre alle nove gli ha lasciato la macchina dicendo che verso le undici la veniva a riprendere mio padre. E all'una lui non ha fatto una piega, ha chiuso la baracca, ha chiuso la mia macchina e ha lasciato le chiavi al bar.
"Quando passa Roberto dategli queste, sono le chiavi della macchina di sua figlia."
Infatti mio padre alle quattro del pomeriggio è andato al bar come tutti i sabati, la barista gli ha detto che aveva le chiavi della mia macchina e lui si è ricordato che doveva andarla a riprendere alle undici. Ma siccome alla fine le chiavi erano in mano sicura non si è preoccupato più di tanto, e se le è dimenticate al bar.
Alle 18 di sabato rientra a casa. Gli chiedo se ha idea di dove sia la mia macchina, lui si mette a ridere e mi dice, bello come il sole:
"Devi andarla a riprendere al bar."
Mio padre è il primo uomo inaffidabile che abbia fatto parte della mia vita. Non l'unico. Ma sarà l'ultimo.
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