La stessa canzone looppa nel mio cervello da ore ormai.
Gli auricolari vibrano nelle orecchie.
Ma non basta tutto il volume a disposizione per coprire certi pensieri pesanti e unti, appicicosi.
E la doccia non mi ha tolto il tuo odore dal cuore, la tua voce dallo stomaco, la tua rabbia dalla pelle.
E il sonno, il sonno. Che rende tutto ovattato, che mi ripete che non posso farlo ora, non posso cercare un senso adesso, che devo aspettare il buio e con esso un riposo, uno qualunque anche finto, anche bagnato di lacrime. Solo dopo. Dopo aver dormito certo, ma anche dopo aver liberato orecchie e stomaco, cuore e pelle dai tuoi resti, solo allora mi potrò concedere il lusso di stare ferma, immobile, di fronte allo specchio con lo sguardo fisso su di me, e perdonarti e perdonarmi, forse.
Ma sembra tutto così lontano, il sonno troppo difficile, il riposo impossibile, e non posso fermarmi un secondo.
Nessun commento:
Posta un commento